Oratorio del Conventino

Prima di scendere a livello di semplice oratorio, la cappella in oggetto fu chiesa del convento dell’ordine dei Servi di Santa Maria, dipendente dal Monastero di Bologna nella Provincia di Romagna, ma sotto la diocesi di Modena.
Convento e chiesa non esistevano nell’ anno 1494, mentre nell’aprile del 1525 il ritiro monastico di Formigine aveva già un Priore, nominato dal Generale dell’Ordine di Bologna Padre Hieronimo da Lucca.
Apparteneva allo stesso Ordine religioso, anche il convento dei frati di S. Rocco in Spezzano. Tra i 2 conventi pare esistesse un collegamento in fatto di rendite, beni o averi di dotazione, ma la natura delle cose non emerge con chiarezza.

Con Bolla Pontificia del 22 luglio 1652 – divenuta operante tra l’aprile ed il maggio del successivo anno Papa Innocenzo X° soppresse tutti i monasteri dell’ Ordine dei Padri Serviti, che non fossero in grado di mantenere almeno; sei monaci. Ne caddero in prescrizione 4 in Toscana, 14 a Roma, 1 in Lombardia e 9 in Romagna; tra i quali quello di S. Maria di Formigine e l’altro di S. Rocco di Spezzano.
La Comunità di Formigine s’adoperò presso la diocesi ed il Governo, per mantenere attivi chiesa e convento, ma l’allora Vescovo di Modena conte Roberto Fontana, con approvazione del Pontefice, consegnò la chiesa e casa con terra contigua, all’Arciprete pro tempore locale, con l’obbligo però di soddisfare tutte le celebrazioni di messe derivanti dai legati esistenti.
Il Comune mantenne per alcuni decenni ancora due frati, che vivevano un po’ di questua, un po’ d’elemosine e di piccole prestazioni, a volte organista, confessori, o insegnate scolastico, ma poi il convento si estinse definitivamente.
Il 27 marzo 1693 venne istituita, per legge Estense e Breve Pontificio, la confraternita delle Sacre Stigmate del Corpo di Cristo detta di S. Francesco, ma l’erezione Canonica della stessa, avvenne solamente nell’anno 1884. La Confraternita vestiva il saio francescano con cappuccio chiuso, avente una finestrella reticolare sul viso. Officiava nella chiesa del Conventino e, non si sa per quale motivo, il feudatario Calcagnini vantava il diritto di eleggere il cappellano officiante della confraternita.
Col passare degli anni il sodalizio religioso si autoinvestì del diritto di proprietà sulla chiesa, proprietà che non riuscì mai a documentare.
Fin dalla fondazione della confraternita, l’oratorio era posto sotto l’invocazione di S. Francesco d’Assisi. L’ex Conventino infatti, dopo la sua soppressione,fu sempre chiamato comunemente chiesa, mentre ufficialmente era considerato pubblico oratorio.
La pianta della chiesa internamente formava una croce, a 4 larghe braccia quasi uguali, nei quali angoli centrali, ad un’altezza di 4 metri circa, erano scavate 4 nicchie contenenti altrettante statue lignee d’altezza naturale, (m. 1,60 circa), che raffiguravano S. Fedele, S. Felice, S. Lorenzo e S. Bonaventura, tutte dello steso stile ed epoca. .
Il presbiterio era separato dal resto della chiesa, da una balaustrata, pure di legno, donata nel 1701 al Conventino, dalla locale confraternita di S. Pietro M.
Negli anni 1941-’42 durante l’ultima guerra, nel Conventino vennero accasermati militari di stanza in paese; dal 1943 invece, divenne magazzeno di macchinari e utensilerie della Fiat di Modena.
Rimase poi sinistrato dai bombardamenti aerei del 1945, subendo il crollo dell’ala sud e parte della facciata. Fu quindi ricostruito all’ inizio degli anni ’50
da un Cantiere-Scuola Statale, relativamente alle strutture esterne e a quelle portanti.
Negli anni che seguirono venne strutturato come ora lo si vede, in parte col contributo offerto dalla signora Tina Hensler.
Il portone centrale chiodato in stile medioevale, ed il bellissimo mosaico posto sul portale, sono opere di scuola fiorentina moderna, di cui s’ignorano gli .autori.