l'esodo olio di A. Cappellini
Anno pastorale 2010-2011 - Il Libro dell'Esodo

Presentazione e indice
dell’opera.


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Il Libro dell'Esodo

Il nuovo anno pastorale diocesano (2010-2011) intende dedicare maggior attenzione al tema dell’educazione e, la Chiesa di Modena ha scelto come testo biblico di riferimento il Libro dell’Esodo, da studiare anche in previsione dell’approfondimento nell’ambito educativo, vale a dire dell’azione di Dio che educa il suo popolo! Il titolo «Esodo», attribuito al celebre secondo libro biblico, dall'antica versione greca della Sacra Scrittura, definisce intelligentemente il «cuore dell’opera». Essa, infatti, si sviluppa sull’aspetto di un’«uscita» concreta, collettiva e, spirituale! Il Libro si apre con la descrizione dell'oppressione israelitica in Egitto (capitoli 1-2). Per liberare il suo popolo, Dio chiama Mosè perché sia la guida degli israeliti e, interviene con castighi contro gli Egiziani per costringerli a lasciar partire il suo popolo (capitoli 3-11). La parte centrale del Libro narra l'uscita del popolo dall'Egitto (capitoli 12-15). Gli Israeliti, una volta liberi, attraversano il deserto e giungono al monte Sinai (capitoli 16-18). Sull’altura sinaitica l’Onnipotente rinnova, con il popolo d’Israele, l'alleanza che, aveva composto con i suoi antenati Abramo, Isacco, Giacobbe e, consegna agli israeliti le leggi che, essi dovranno osservare, per essergli fedele (capitoli 19-24). Il Padre Eterno ha liberato per amore il suo popolo. A questo punto è chiamato a onorarlo e adorarlo. Per questo Mosè riceve indicazioni dettagliate per l'uso di tutto quel che servirà alla celebrazione del culto del Signore (capitoli 25-31). In seguito alla narrazione dell'infedeltà degli Israeliti che, raffigurano il Signore nella forma di un vitello d'oro (capitoli 32-34), il Libro racconta come il popolo realizzò, quanto era necessario per il culto del Signore, ubbidendo ai suoi ordini (capitoli 35-40). In questo modo gli Israeliti possono iniziare il cammino, attraverso il deserto, verso la terra promessa. Il popolo israelitico, oppresso dalla potenza egiziana, «viene fuori» dalla terra dei Faraoni e, si dirige verso la patria promessa ai padri da Dio! In questo modo, «esce» dal giogo pesante della schiavitù e, sarà destinato a un orizzonte di libertà! Il popolo «esce» conseguentemente dalle limitazioni, dalle imposizioni egiziane, stavolta però, per servire il Signore in una pratica ispirata a devozione e, un credo religioso assolutamente libero e sincero. All’interno delle pagine bibliche, non è poi così difficile intravedere le caratteristiche di una e vera propria espulsione, dove gli egiziani sospingono gli ebrei verso la terra di Canaan, costringendoli ad attraversare la frontiera settentrionale e, desertica dell’area mediorientale. Questo Libro, resta comunque nella storia universale e, nella fede israelitica, come un grande segno divino, il Signore d’Israele si rivela, come Signore della libertà che, non sarà mai indifferente (nemmeno oggigiorno) al grido degli oppressi. Un’altra peculiarità del testo sacro è attribuita all’altura del Sinai che, si erge sull’area desertica e, nella stessa è costretta a girovagare il popolo israelitico. In quella stessa altura il protagonista del Libro sacro, Mosè, riceve il Decalogo (le «dieci parole») che sarà la piattaforma della morale biblica e, della risposta che lo stesso Israele serberà al Dio che si è alleato con esso. Vicino a quelle stesse parole si svilupperanno leggi religiose e civili dello stesso popolo ebraico. Qualora siano state composte in epoche successive, sono, comunque, riconducibili all’esperienza sinaitica, infatti, il Sinai è ritenuto il luogo di origine spirituale dell’Israele biblico. Il popolo ebraico, seppur, sia sempre stato considerato un popolo ribelle, ciò nonostante, è destinato a incontrare il Padre Eterno in modo originale, esclusivo e, vitale. Non mancheranno, certamente, riferimenti efficaci e, favorevoli all’espansione del tema, istruttivo, formativo, edificante.